Francesco Zini
Francesco Zini
Il volume raccoglie tutti gli scritti principali di Giuseppe Dalla Torre sui temi di bioetica, con volumi, articoli e saggi su tematiche di inizio vita (aborto, procreazione assistita), fine vita (eutanasia, rifiuto delle terapie, accanimento clinico), cura e sperimentazione (comitati di etica), pluralismo culturale e obiezione di coscienza.
Oltre alla raccolta di studi in onore di Giuseppe Dalla Torre curati da Laura Palazzani su bioetica e diritto con la prefazione di Francesco D’Agostino di cui si raccomanda l’attenta lettura, è presente un link che permette di accedere ad ulteriori contenuti di ulteriori saggi, studi e articoli di Giuseppe Dalla Torre che non sono presenti nel testo del volume cartaceo e che vogliono dare conto del suo contributo fondamentale alla bioetica e al biodiritto, fin dal sorgere di queste due discipline, che hanno in seguito assunto un rilievo scientifico autonomo e determinante per la comprensione di alcuni fra i principali e più complessi problemi della società contemporanea.
Da questa presentazione dei testi è possibile intravedere fin da subito una linea continua ed originale, innanzitutto stilistica. La chiarezza espositiva di Giuseppe Dalla Torre risulta sempre presente e costituisce una cifra ineludibile del suo lavoro di studio. Chiarezza non significa semplicità, ma il tentativo ogni volta di ricondurre tematiche complesse ad un’esposizione accessibile e comprensibile, dove si evidenziano i problemi e le analisi e dove si lasciano intravedere le risposte e le eventuali soluzioni.
L’altra cifra più contenutistica presente in tutti gli scritti di Giuseppe Dalla Torre è costituita dal continuo rimando ai principi ed ai valori fondamentali della persona umana. Anche in questo caso tali rimandi non costituiscono semplici deduzioni sillogistiche o asserzioni dogmatiche dalla quale dedurre giudizi o applicazioni consequenziali, anzi i valori fondamentali a cui Giuseppe Dalla Torre fa riferimento in ogni suo scritto, appaiono delle “scoperte” lungo il tracciato dell’esposizione, con continui spunti di riflessione dialettici, argomentando sempre pro e contro le singole questioni, per evidenziare i diversi livelli di analisi e per far emergere la giusta collocazione che emerge intrinsecamente dalle stesse argomentazioni, che mai si escludono o si contraddicono, ma si completano e si implementano tra di loro.
Questa forza intrinseca delle idee e dei valori costituisce la linea di pensiero che segue ogni suo contributo, sia nell’articolo per una prestigiosa rivista scientifica, sia per la partecipazione ad un convegno, sia per le questioni bioetiche e biogiuridiche più generali e sistematiche, sia per i contributi ai dibattiti legislativi de iure condendo.
Inoltre una terza cifra è possibile scorgere negli studi di Giuseppe Dalla Torre e costituisce un elemento innovativo e unico per l’illustre accademico: la continua tensione interdisciplinare che “scende” dalla dimensione teoretica ed astratta (ex cathedra), per immergersi nelle possibilità concreta di trovare delle soluzioni pratiche nel dibattito culturale, politico e parlamentare sui singoli temi di bioetica, per cercare di raggiungere quel “compromesso alto”, inteso sempre come una “sintesi verticale” tra i diversi interessi, da contrapporsi ad un compromesso “basso e contingente”, che non risolve i problemi, ma li amplifica.
In questo senso Giuseppe Dalla Torre non solo anticipa un metodo ermeneutico che sarà poi ripreso e risemantizzato dai suoi numerosi allievi, ma fonda una “bioetica critica” e argomentativa, che non rinuncia all’ampiezza e alla ricchezza degli interessi e degli argomenti sempre a favore della persona, facendo costantemente richiamo esplicitamente al fenomeno religioso e teologico. Questa ampiezza di significati racchiude la capacità di contenere dentro il testo dei suoi studi, i molteplici significati delle questioni bioetiche, così da “elevare” ogni volta il ricercatore e lo studioso verso ulteriori dimensioni di comprensione.
Infine è costantemente presente il riferimento al personalismo ontologico, inteso a richiamare e a riconoscere il valore della persona e il suo primato di fronte a tutti gli altri interessi. La persona che secondo Dalla Torre è sempre presente come criterio di giudizio nel biodiritto e nella bioetica, come un riferimento costante per garantire le tutele e i diritti soprattutto nelle condizioni di maggiore debolezza e fragilità.
Da questo punto di vista dobbiamo essere grati a Giuseppe Dalla Torre per un tale sintesi che ha manifestato lo sforzo intellettuale non solo per lo spessore indiscutibile degli studi sempre attuali, ma perché questa sua testimonianza preziosa di studioso ci riporta a “prendere sul serio” quella chiamata verso una tensione continua alla ricerca anche nel dibattito contemporaneo sulle principali questioni bioetiche e biogiuridiche, nelle quali ogni persona è inserita, partecipando attivamente e fecondando il proprio tempo a disposizione con responsabilità e attenzione. In questo senso la sua lectio magistralis potrà continuare a generare per il futuro estensione nuovi approfondimenti da parte di giovani studiosi e a suscitare ulteriori e nuovi studi.
Da questa raccolta postuma di scritti, ad un anno dalla scomparsa di Giuseppe Dalla Torre, emerge una linea teorica in grado di indirizzare anche l’attuale e futura riflessione bioetica e biogiuridica sulle nuove tematiche emergenti. Dalla Torre tematizza un’autentica “teoria generale del biodiritto”, delineando i percorsi, i criteri, gli approcci e le modalità che il legislatore potrebbe seguire nell’ambito della normativizzazione delle principali questioni bioetiche nei diversi ambiti applicativi, con riferimento ai principi ed ai valori della dignità della persona umana, della giustizia e della solidarietà.