Si pubblicano qui di seguito (tradotti in italiano a cura di D. Nocilla e L. Wurwich) due interessanti scritti di Alfred Verdross (1890-1980) che a suo tempo furono pubblicati l’uno (Die systematische Verknüpfung von Recht und Moral) in Forum der Rechtsphilosophie, 1950, pp. 9-29, e l’altro (Dynamisches Naturrecht) in Forum XII/137, Mai 1965, pp. 223-225, per poi essere inclusi nella raccolta (curata nel 1968 da Klecatsky, Marcic e Schambeck) dal titolo Die Wiener rechtstheoretische Schule: Schriften von H. Kelsen A. Merkl, A. Verdross, recentemente ristampata. Alf Verdross, come è noto, è stato appunto con H. Kelsen ed A. Merkl uno dei principali esponenti di quella scuola giuridica viennese, che tanto ha influenzato la scienza giuridica nel corso di tutto il ‘900. Tuttavia il rilievo di questi scritti, (i cui presupposti possono rinvenirsi in più risalenti lavori dello stesso A.) sta nel fatto che essi segnano il distacco di Verdross da uno dei punti fondamentali del pensiero del proprio maestro, Hans Kelsen; e cioè la netta separazione tra diritto e morale (quest’ultima spesso identificata negli scritti del Nostro con il diritto naturale). Il punto è stato acutamente sottolineato recentemente nella dottrina italiana da A. Baldassarre, Miserie del positivisimo, in Studi in onore di G. Ferrara I, Torino 2005, 204.
Fatto sta che Verdross con i suoi scritti (le cui argomentazioni non hanno mancato di suscitare critiche e discussioni) è stato, unitamente a molti altri giuristi di lingua tedesca (si pensi a Radbruch, Wintrich, Laun, etc.), uno dei protagonisti di quell’eterno ritorno del diritto naturale che tanta influenza ha avuto nel testo del Grundgesetz della Repubblica Federale Tedesca.
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