Giuseppe Dalla Torre: servitore della Santa Sede
[Card. Giovanni Battista Re]
Il Prof. Giuseppe Dalla Torre, in tutto l’arco della sua esistenza è stato un fedele e devoto servitore della Sede Apostolica. E dei papi Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco.
Il Prof. Giuseppe Dalla Torre è stato molte cose (Docente dell’Università di Bologna, Rettore dell’Università LUMSA, Presidente dei Giuristi Cattolici), ma la caratteristica fondamentale della sua vita è quella di aver servito la Santa Sede.
In questo operoso e fedele impegno, egli ha continuato una tradizione, lunga quattro generazioni, della sua nobile famiglia, i cui membri hanno operato ognuno in tempi, in campi e in maniera diversa, ma con lo stesso spirito cattolico e con lo stesso amore per il Papa. Il primo fu il bisnonno, Paolo, che da Treviso si era trasferito a Padova, dove fu una figura di spicco del cattolicesimo veneto, caratterizzato da profonda religiosità e animato dagli insegnamenti sociali della Rerum novarum di Papa Leone XIII. Non venne mai a Roma e non incontrò mai il Papa, ma il suo impegno cattolico fu noto a Papa Pio X, che ne ebbe i primi echi quando era Patriarca di Venezia.
Il servizio diretto alla Santa Sede iniziò col nonno Giuseppe, che per 40 anni fu il mitico Direttore dell’Osservatore Romano (dal 1 luglio 1920 al 1960). Uomo di grande sensibilità politica e giornalistica, si era già fatto notare, ancora giovanissimo, nel movimento cattolico della Regione veneta. Quando, a 25 anni, celebrò il suo matrimonio, Papa Pio X gli fece pervenire un caloroso biglietto di augurio e di benedizione. Il tenore del biglietto dice che era personalmente ben noto a Papa Pio X, il quale anche da Papa seguiva con attenzione la vita ecclesiale e civile del suo Veneto.
Il padre, dopo aver lavorato nei Musei Vaticani molti anni, nel 1965 ne divenne Direttore.
Il nostro caro Prof. Giuseppe Dalla Torre, deceduto il 3 dicembre scorso, è nato in Vaticano. È una delle poche persone nate dentro le mura dello Stato Città del Vaticano, ed esattamente in un appartamento del Palazzo San Carlo, quindi a pochi metri da Santa Marta dove ora abita Papa Francesco. Era il mese di agosto del 1943, un mese dopo la caduta di Mussolini, e un paio di mesi prima dell’arrivo a Roma dell’esercito tedesco.
Fu registrato in Italia, all’anagrafe di Roma, perché la semplice nascita in Vaticano non dava e non dà diritto alla cittadinanza. Passò però tutta la sua fanciullezza in Vaticano, andando in territorio italiano per frequentare la scuola. Quando si iscrisse all’Università “ La Sapienza” la sua famiglia si era già trasferita in territorio italiano.
La collaborazione con la Santa Sede fu continua per l’intera sua esistenza, ma conobbe tre momenti differenti:
1) Il ventennio dell’insegnamento a Bologna, in cui il Prof. Giuseppe Dalla Torre faceva la spola fra Roma e Firenze, è il periodo in cui, da giurista attento alle problematiche religiose, sociali e giuridiche di quegli anni, egli pubblicava articoli sull’Osservatore Romano, intervenendo nei dibattiti del momento.
A pag. 93 del libro “Papi di famiglia”, il Prof. Dalla Torre accenna a una mia telefonata per chiedergli un articolo per l’Osservatore Romano. Sì, ricordo che in più di una occasione, quando si vedeva l’utilità di un articolo che facesse chiarezza nel contesto del momento su temi riguardanti la famiglia o la difesa di valori umani e cristiani, Mons. Benelli, Sostituto della Segreteria di Stato, suggeriva di telefonare al Prof. Giuseppe Dalla Torre per chiedergli di stendere un articolo per l’Osservatore Romano su un determinato tema allora molto sensibile. Ricordo che anche Papa Paolo VI, che seguiva attentamente la vita culturale, sociale e politica, leggeva gli articoli del Prof. Dalla Torre e ne approvava le idee.
Il Prof. Dalla Torre accettava sempre volentieri e senza alcuna ricompensa: lo faceva come testimonianza della sua fede cristiana, al cui servizio metteva volentieri la sua competenza giuridica e la sua preparazione culturale. Ed era veloce e premuroso nel redigere i testi.
Erano gli anni in cui la secolarizzazione stava avanzando a grandi passi ed era necessario controbattere, con adeguate argomentazioni anche giuridiche, una cultura laicista e secolarizzata che andava diffondendosi.
Giuseppe Dalla Torre era poi il giurista a cui la Segreteria di Stato ricorreva quando aveva bisogno di un parere su una determinata questione che avesse aspetti giuridici, perché egli conosceva bene sia la legislazione italiana sia il diritto canonico e le tradizioni della Chiesa. Quando io arrivai in Segreteria di Stato come Segretario di Mons. Sostituto nel 1971, il Consultore per le questioni giuridiche era il Prof. Pio Ciprotti. Però questi in quegli anni si ammalò gravemente e morì qualche anno dopo; e così il Consultore a cui ci si rivolgeva divenne il Prof. Giuseppe Dalla Torre. Ricordo che le risposte che egli redigeva avevano al dote della chiarezza e approfondivano e illuminavano bene tutti i vari aspetti.
2) Dal 1976 (quando era ancora professore dell’Università di Bologna) fino alla stipula degli Accordi di Villa Madama (18 febbraio 1984), il Prof. Giuseppe Dalla Torre partecipò ai lavori della Commissione paritetica per la revisione del Concordato del 1929 come segretario della Delegazione governativa Italiana. Il Capo della Delegazione Italiana era il Prof. Margiotta Broglio.
Le trattative furono lunghe, ma alla fine si approdò a un buon risultato. Di non poca importanza fu il contributo apportato dal Prof. Dalla Torre, che conosceva bene le esigenza e la sensibilità di una parte e dell’altra.
Per la grande opera da lui svolta in questo lavoro, il Papa Giovanni Paolo II gli volle concedere un’alta onorificenza, le cui insegne furono consegnate dal Card. Agostino Casaroli in una cerimonia in Segreteria di Stato.
3) Dal 1997 al 2019 è stato Presidente del Tribunale dello Stato Città del Vaticano, del quale da sette anni era giù uno dei giudici.
Rapporti con i Pontefici
I Papi Paolo VI, Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco hanno tutti nutrito grande fiducia nei confronti del Prof. Giuseppe Dalla Torre per la sua competenza, per l’acuta intelligenza con cui subito afferrava il nocciolo dei problemi, per la sua dirittura morale e per la sua luminosa testimonianza cristiana negli impegni professionali e nella società.
I Contatti diretti del Prof. Giuseppe Dalla Torre con i pontefici iniziarono con Papa Paolo VI. Il primo incontro avvenne nei giorni subito dopo il suo matrimonio (7 giugno 1969). Fu ricevuto insieme con la moglie. Paolo VI era sempre affettuoso con i novelli sposi, ma in questo caso lo fu in modo particolare, attesi i rapporti di amicizia che aveva avuto col nonno e col padre.
Successivamente Giuseppe Dalla Torre ebbe modo di incontrare il Papa più volte e di conversare con lui nelle Udienze che Paolo VI soleva concedere all’Unione Giuristi Cattolici. Fin dai primi anni del suo insegnamento a Bologna, Giuseppe Dalla Torre fece parte dell’Unione Giuristi Cattolici, della quale divenne quasi subito il Segretario Centrale e poi il Presidente per lunghi anni.
I colloqui diretti con Paolo VI non furono molti, ma fra i due vi su sempre un filo che li congiunse, perché il Papa vedeva i pareri giuridici che egli dava alla Segreteria di Stato e leggeva i suoi articoli.
I colloqui furono più numerosi con Papa Giovanni Paolo II. Il primo incontro col Papa proveniente dalla Polonia fu un mese dopo la sua elezione e l’occasione fu l’Udienza pontificia ai partecipanti del Convegno dell’Unione Giuristi Cattolici, dedicato alla libertà di assistenza. Dopo il consueto discorso, Papa Giovanni Paolo II si trattenne a colloquio con i Dirigenti dell’Unione, fra i quali il Prof. Dalla Torre.
Durante il lungo pontificato di Giovanni Paolo II il Prof. Giuseppe Dalla Torre partecipò a una decina di simili Udienze, inizialmente come Segretario e poi come Presidente dell’Unione dei Giuristi Cattolici.
Quando il 13 maggio 1981 ebbe luogo l’attentato al Papa in Piazza San Pietro, il Prof. Giuseppe Dalla Torre era il Presidente del Tribunale Vaticano, ma – come è noto – per volere del Papa per il processo fu data delega allo Stato Italiano, in base all’art. 22 del Trattato Lateranense e fu anche deciso che la Santa Sede non si sarebbe costituita parte civile. Fu chiesto al Prof. Dalla Torre di seguire il processo italiano solo per essere informati.
Nell’ottobre del 1981, per aprire le celebrazioni dell’ottavo centenario della nascita di San Francesco, il Papa Giovanni Paolo II nominò Legato Pontificio il Card. Casaroli, Segretario di Stato. La tradizione allora era che il Legato Pontificio fosse
accompagnato da una delegazione composta da qualche Monsignore, ma anche da un laico o due. Quale laico scegliere? Il Card. Casaroli propose al Papa il Prof. Dalla Torre, proprio in considerazione dei rapporti con la Santa Sede della famiglia a cui apparteneva e per la personale testimonianza cristiana.
Un altro incontro diretto col Papa Giovanni Paolo II lo ebbe nel 1993, in occasione del suo coinvolgimento, come cattolico della diocesi di Roma, nel secondo Sinodo della diocesi romana, dedicato al tema “La comunione e la missione della Chiesa di Dio che è in Roma alle soglie del terzo millennio”.
I lavori di preparazione iniziarono nel 1987 ed erano guidati dal Card. Ruini, Vicario di Roma. Papa Giovanni Paolo II, sia durante la preparazione, sia nel corso dello svolgimento del Sinodo, ricevette più volte il Card. Ruini ed i collaboratori più stretti, fra i quali vi era sempre anche Giuseppe Dalla Torre, che era uno dei Segretari delle Assemblee del Sinodo. Tali incontri avvenivano attorno a un tavolo presieduto dal Papa, in cui ciascuno interveniva nella discussione dando sul proprio contributo di considerazioni, suggerimenti e proposte. Poi a un certo punto il Papa diceva: “Passiamo ora ad un altro tavolo” e si passava alla sala da pranzo dell’appartamento pontificio. Durante il pranzo, in un clima di cordialità, continuava la discussione: il Papa domandava, ascoltava, valutava e poi esprimeva il suo pensiero conclusivo o suggeriva approfondimenti da fare. Era lo stile tipico degli incontri di lavoro di Giovanni Paolo II, che in tal modo riusciva ad avere informazioni dirette e di prima mano sui problemi più diversi della Chiesa e delle società.
Nella solenne celebrazione eucaristica nella Basilica Lateranense che concluse il Sinodo, per rivolgere all’indirizzo di saluto fu scelto come cattolico della diocesi di Roma ancora lui, il Prof. Giuseppe Dalla Torre.
Altro incontro interessante col Papa il Prof. Dalla Torre lo ebbe nel novembre 1994. Il Card. Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, aveva organizzato un incontro, una specie di colloquio toccò il tema del ruolo dei cattolici dinanzi all’avanzare nelle legislazioni. Statali di norme lesive del diritto inviolabile alla vita.
Il risultato delle riflessioni di quell’incontro fu poi utilizzato dal Papa nella stesura dell’Enciclica Evangelium vitae, pubblicata un anno dopo.
Il 29 ottobre 1999 vi fu l’Udienza Pontifica all’Università LUMSA, di cui il Prof. Dalla Torre era il Rettore, in occasione del sessantesimo di fondazione. Come Rettore rivolse il saluto al Papa.
Vi furono poi col Papa altri incontri, che potrebbe qualificare come familiari. Ebbe la gioia di essere invitato a partecipare alla Messa che il Papa Giovanni Paolo II celebrava nella cappella del suo appartamento. Dopo la Messa il Papa salutava ciascuno dei presenti. Incontrò il Papa quando alla mamma fu data dal Papa la
Medaglia “Pro Ecclesia et Pontefice” per i 50 anni di attività caritativa a favore dei poveri nel Volontariato Vincenziano, come Dama della carità.
I rapporti con Papa Benedetto XVI iniziarono prima che questi fosse eletto Papa. Giuseppe Dalla Torre abitava in un Palazzo di proprietà della Santa Sede a Piazza Città Leonina; un palazzo dove vi erano appartamenti abitati da Cardinali, ma allora anche da alcune famiglie. A risiedere in quel palazzo nell’aprile del 1982 arrivò anche il giovane Cardinale Ratzinger e questa vicinanza di abitazione favorì subito rapporti di cordialità.
Per la ricorrenza del primo anniversario dell’istituzione della Facoltà di giurisprudenza nell’Università LUMSA, il Prof. Dalla Torre, come Rettore dell’Università, decide di conferire la laurea honoris causa al Card. Ratzinger e al filosofo Sergio Cotta. In quella occasione il Card. Ratzinger pronunciò una lectio magistralis che riscosse grande successo.
Dopo l’elezione a Successore di Pietro del Card. Ratzinger, Giuseppe Dalla Torre ebbe varie opportunità di incontrare il Papa.
La prima fu nel dicembre del 2005 nell’incontro che il Papa ebbe con gli studenti universitari nella Basilica Vaticana, nei giorni precedenti il Natale. Era tradizione che a turno il Rettore di una Università porgesse l’indirizzo di saluto al Papa. Quell’anno toccò al Rettore Dalla Torre. Quando terminò di leggere il testo accuratamente preparato, fu sorpreso di vedere il Papa venire verso di lui e salutarlo con particolare cordialità.
Il Prof. Dalla Torre ebbe modo di salutare Papa Benedetto XVI anche in Campidoglio, in occasione della visita pontificia al Comune di Roma nel 2009. Egli era stato invitato ad essere presente avendo ricoperto la carica di Consigliere comunale per un mandato nei precedenti anni (1993-1997).
Altra occasione fu, sempre nel 2009, l’Udienza. Pontificia per il settantesimo dell’Università LUMSA. Come Rettore rivolse il saluto al Papa, e dopo il discorso di Sua Santità gli presentò uno ad uno i membri degli organi di governo dell’Ateneo e una rappresentanza dei professori e del personale amministrativo.
Quando nel 2010 Papa Benedetto XVI istituì in Vaticano l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) per la lotta al riciclaggio, il Prof. Giuseppe Dalla Torre fu dal Papa nominato membro del Consigliere Direttivo, presieduto dal Card. Attilio Nicora.
Nel 2012, come Presidente del Tribunale, dovette occuparsi del cosiddetto Vatileaks 1, nel quale era coinvolto l’aiutante di camera del Papa Paolo Gabriele.
Con Papa Francesco i primi due brevi incontri furono in occasione della partecipazione alla Santa Messa alle 7 del mattino a Santa Marta.
Un’altra volta lo incontrò in occasione dell’Udienza ufficiale ai Magistrati venuti dell’Argentina, che il Prof. Dalla Torre, in qualità di Presidente del Tribunale del Vaticano, li accolse e accompagnò dal Papa.
Sotto il pontificato di Papa Francesco, il Prof. Dalla Torre, come Presidente del Tribunale, dovette occuparsi del processo noto sotto il nome di Vatileaks 2. Dopo la chiusura di tale processo, Papa Francesco volle riceverlo insieme con gli altri membri del Tribunale e si informò del lavoro, chiede informazioni sugli orientamenti giurisprudenziali e ringraziò del servizio reso con saggezza, discrezione e indipendenza.
Il 4 ottobre 2019 il Prof. Giuseppe Dalla Torre lasciava il suo incarico di Presidente del Tribunale a motivo dell’età, anzi era già stato prorogato di due anni dopo il termine di età previsto per i Magistrati.
In questa occasione ebbe modo di congedarsi dal Papa. Ricevette poi anche un Messaggio in cui il Cardinale Segretario di Stato, a nome del Santo Padre esprimeva “viva riconoscenza per il lungo e fedele servizio […] costantemente animato dai valori cristiani di equità, equilibrio e rispetto della dignità della persona umana”. Esprimeva inoltre vivo apprezzamento per l’impegno, la competenza e la dedizione. Il Card. Parolin lo ringraziò inoltre per l’apprezzata collaborazione che dagli anni della giovinezza aveva offerto alla Segreteria di Stato.
Nell’omelia in suo suffragio nella Basilica Vaticana, il Card. Parolin mise in risalto soprattutto la luminosa testimonianza cristiana data da Giuseppe Dalla Torre, sottolineando che fu uomo buono, umile, colto e saggio.
Concludo leggendo le parole con le quali il Prof. Dalla Torre termina il suo libro “Papi di famiglia”. Scrive: “Personalmente amo Papa Francesco in cui vedo il primo Successore di Pietro figlio. Del Concilio Vaticano II”, perché i suoi Predecessori, grandissimi, erano stati Padri del Concilio. Ritengo provvidenziale la sua elezione al pontificato, perché mi pare risposta giusta alle attese che la società. Contemporanea pone alla Chiesa. Prego per lui ogni giorno, perché il Signore lo sorregga e gli dia forza” (pag. 114).
La testimonianza che il Prof. Giuseppe Dalla Torre ci ha lasciato è un patrimonio da non disperdere: egli ha dato un’alta testimonianza alla fede cattolica, vissuta con la convinzione del credente e attestata nella sua opera e nei suoi scritti giuridici.