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Settant’anni

Direzione

Con l’anno che si è chiuso la Rivista Iustitia, periodico scientifico dell’Unione
Giuristi Cattolici Italiani, ha compiuto settant’anni di vita. Si tratta di un traguardo
significativo per un impegno che si è sviluppato nel tempo, attento alle evoluzioni
della esperienza giuridica in Italia, ma anche all’estero ed a livello internazionale.

Con i contributi via via pubblicati, la Rivista ha occupato uno spazio pubblico dando
voce ad una comprensione del fenomeno giuridico riguardato dal punto di vista dei
grandi valori che il cristianesimo ha immesso nel processo di civilizzazione umana:
dignità della persona, diritti inviolabili, eguaglianza, libertà, solidarietà, pacifica
convivenza. La presenza del periodico si è fatta sentire in una realtà sociale che
andava frammentandosi, secolarizzandosi, laicizzandosi, animando scienza giuridica
ed esperienza professionale. In questo modo si è potuto assicurare che il pluralismo
crescente non fosse deprivato di posizioni culturali significative.

La Rivista si è battuta per una concezione umanistica del mondo del giure, contro
ogni iperspecializzazione che fa perdere il senso dell’unitarietà del diritto, contro un
tecnicismo che conduce ad una esperienza giuridica senz’anima, in definitiva ad una
esperienza a-giuridica. Sua nota caratteristica è stata quella di combattere contro
tornanti tentazioni di un positivismo giuridico che, in forme nuove rispetto al passato,
finisce per ridurre il diritto positivo a strumento del più forte anziché, come deve
essere, a mezzo per perseguire la giustizia nel caso concreto. Si è spesa positivamente
per la costruzione di un mondo del diritto ispirato non dalle ideologie o mode
culturali del momento, ma dai dettami di una recta ratio che, per natura sua, non è di
parte ed è accessibile a tutti.

Il traguardo del settantesimo, certo non comune per una pubblicazione periodica ed a
maggior ragione se essa ha carattere giuridico, se da una parte riempie di giustificato
orgoglio tutta l’UGCI, non deve nemmeno però –almeno in questo caso- essere
motivo per guardare al passato e, magari, per tirarne con soddisfazione un bilancio.
Esso è invece stimolo a guardare al futuro, con l’occhio attento a cogliere
prontamente ciò che nel mondo del diritto si muove per rapporto ad una società
soggetta ad una sempre più rapida evoluzione.

In questa prospettiva il passaggio di Iustitia dalla tradizionale forma cartacea alla più
moderna veste on-line deve essere compreso come lo sforzo di rendere accessibile
davvero a tutti gli interessati le pagine del periodico: in maniera facile, rapida, da
ogni parte del mondo. Insomma: la globalizzazione del diritto impone il ricorso a
strumenti di comunicazione adeguati.

Da questo punto di vista, dunque, Iustitia-on-line gratuita, fruibile da tutti, potrà
continuare svolgere, in un mondo tanto cambiato, la funzione che i padri fondatori dei
Giuristi Cattolici Italiani le vollero dare: non strumento di formazione ed
informazione interno ai consociati, ma mezzo di divulgazione all’esterno, nel più
ampio modo possibile, di un pensiero giuridico cristianamente informato da loro
coltivato ed approfondito. Si tratta di un obbiettivo che oggi appare ancora più
giustificato ed urgente rispetto al passato.

L’augurio è che questi intendimenti possano trovare realizzazione nel tempo che
viene incontro, incalzante, con le sue grandi sfide ma anche con le sue potenziali
aperture di speranza.

All’augurio si unisce l’espressione della doverosa, sentita gratitudine per tutti coloro
che dal 1948 ad oggi si sono succeduti nella collaborazione alla Rivista,
permettendole di svolgere le funzioni per le quali era stata pensata: per i direttori, i
redattori, i segretari e, naturalmente, gli autori. Senza di essi, non si sarebbe giunti sin
qui.